Chi sono
"Sui curricula non c’è spazio per le passioni, i sogni, i fallimenti. Per la forza dei desideri."
Paola Calvetti,
Olivia. Ovvero la lista dei sogni possibili, Mondadori, 2013.
Sono nato a Modena il 18 agosto 1955 e vivo a Correggio, in provincia di Reggio Emilia.
Dopo gli studi classici, mi sono laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Modena; sotto la guida del mio Maestro, il prof. Francesco Marani, ho perfezionato gli studi nello stesso Ateneo modenese e, successivamente, presso le Università di Parma e di Camerino.
Nel corso degli anni Ottanta (a partire dal 1979) ho insegnato
Istituzioni di diritto privato presso l'Università Popolare di Bolzano, città che ricordo con simpatia nel romanzo
Ritorno a Correggio.
Nel 1992, l'editore Joppolo ha pubblicato un mio manuale di educazione civica:
Persona e Collettività, che ho scritto pensando di essere in difetto verso i miei allievi: sono più spesso loro ad affezionarsi ai docenti che non il contrario, come scrive, in una bellissima pagina della sua autobiografia, Elias Canetti.
Nel 1994 è uscito dall'editore napoletano Italibri un mio libro di sparse cose e capitoletti intitolato
Davanti al sasso. L' amico Pasquale Maffeo lo ha così descritto "[...] Nella duplice partizione di 'Lettere' e 'Taccuino', il volume evoca l'immagine della libra, due piatti sospesi, carichi di doni, che nel peso si bilanciano a configurare l'offerta dell'anima e l'offerta della mente [...]".
Nel 1997, insieme con il giornalista Romano Bracalini, ho curato la pubblicazione, per Mucchi editore in Modena, degli Atti del Convegno Nazionale "Autorità e Democrazia", organizzato con il patrocinio dell'IRRSAE dell'Emilia-Romagna e con l'appoggio della rivista
Giurisprudenza Pugliese, diretta dal compianto prof. Domenico Conserva, mio docente a Camerino.
Per diversi anni ho collaborato con la Casa Editrice Tramontana, scrivendo numerosi articoli giuridici. Miei giovanili e circoscritti contributi di dottrina hanno trovato ospitalità nell'
Archivio Giuridico "Filippo Serafini" e nella
Rivista del Notariato.
Per oltre 30 anni, ho insegnato "diritto ed economia politica" nell'Istituto Tecnico "Luigi Einaudi" della mia città. I miei studenti hanno raggiunto ogni anno buoni risultati utilizzando, oltre al manuale adottato, la cui tessitura è essenziale per un'adeguata formazione, inediti materiali didattici da me predisposti.
Pur essendo in pensione, mi ritengo ancora un insegnante che scrive. È l'essere insegnante un elemento costitutivo della mia identità personale e anche sovra-individuale. La coscienza di questa identità mi fa sentire di appartenere a un noi:
noi insegnanti. La cattedra, dietro la quale mi sono seduto, ma "nella quale" non sono mai "salito", continuerà difatti a rimanere, per me, simbolo del dovere prescritto dall'art.4, 2° co., della Costituzione, nonostante il dettaglio degli "scudi tre di mensuale" (parole che prendo a prestito da una gustosa descrizione di Vittorio Alfieri). Ma questa non è l'unica identità collettiva che sento, ovviamente. Se vado, che so, negli USA a trovare la mia primogenita, che là vive e lavora come architetto, mi vien fatto di pensare al famoso incontro tra Sordello e Virgilio: "O mantovano, io sono Sordello /della tua terra! E l'un l'altro abbracciava". I miei tanti ex-studenti venuti da lontano sanno bene che è anche da quel pensiero che ho concepito e cercato di misurare l'esercizio del mio insegnamento, confidando nel carattere effusivo della cultura, come testimonia Platone nella
Settima lettera..